14 Giugno 2025 – Si è tenuto ieri il convegno “Vince l’azzardo, perdono i cittadini”, un evento cruciale che ha riunito importanti voci della società civile e religiosa per denunciare le gravi conseguenze del gioco d’azzardo e sollecitare un’azione decisa da parte delle istituzioni. Dagli interventi è emerso un quadro preoccupante, caratterizzato da un aumento esponenziale dell’azzardo online e da un’indifferenza generale per la pervasività del fenomeno.
L’allarme del cardinale Zuppi: un fenomeno sottovalutato
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha ringraziato sentitamente la Consulta Nazionale Antiusura, la Campagna Mettiamoci in Gioco e le Caritas per la loro “insistenza e determinazione” contro ogni resistenza alla diffusione del gioco d’azzardo, assicurando la “vicinanza della Chiesa” in questa battaglia. Il cardinale ha evidenziato come l’azzardo sia una dipendenza che “annienta l’umanità della persona”, pur non essendo ancora pienamente riconosciuta come tale tra i cittadini, a differenza di droghe o alcol. “L’azzardo muove risorse superiori a una finanziaria,” ha sottolineato il cardinale Zuppi, denunciando l’ipocrisia di un sistema che “finanzia campagne per curare i giocatori patologici che esso stesso crea”, riprendendo un’illuminante riflessione di papa Francesco. Il suo appello rafforza l’impegno congiunto delle istituzioni religiose e delle organizzazioni civili.
La denuncia di Gualzetti: azzardo, povertà e responsabilità dello Stato
Luciano Gualzetti, presidente della Consulta Nazionale Antiusura, ha ribadito la necessità di un’alleanza forte, sottolineando che “da soli siamo impotenti”. Ha rivelato un dato allarmante: “La metà delle persone che si rivolgono alle fondazioni antiusura e ai centri di ascolto Caritas è afflitta da debiti legati all’azzardo, che troppo spesso sfociano nell’usura”, evidenziando il legame indissolubile dell’azzardo con la povertà e la criminalità. Gualzetti ha criticato la decisione di spostare l’attenzione sull’azzardo dal ministero della Salute a quello dell’Economia e delle Finanze, riducendolo a una “mera questione economica”, quando invece è “una questione sociale, educativa e sanitaria con stretti legami con la criminalità organizzata”. Ha espresso profonda preoccupazione per la proposta di legge che elimina quasi del tutto le limitazioni sulle distanze dai luoghi sensibili e quelle sugli orari, che di fatto segna un arretramento nella tutela dei più fragili, e per l’intenzione di abolire il divieto di pubblicità. Ha, inoltre, fortemente criticato la prospettiva di una normativa sul gioco d’azzardo fisico che riduca la potestà regolamentare di Comuni e Regioni, compromettendo il quadro di regolamentazione consolidatosi in tredici anni e la facoltà degli enti locali di mitigare gli effetti negativi sul territorio. Ha anche sollevato la questione della mancanza di disponibilità di dati ufficiali sul consumo di azzardo dei cittadini, essenziali per un’efficace pianificazione e contrasto alle conseguenze negative sui più fragili e vulnerabili, in particolare i minorenni. “Vietare un centro scommesse vicino a una scuola ha un valore educativo e dà un messaggio culturale chiaro: l’azzardo non è un gioco!,” ha affermato, chiedendo un “immediato cambio di rotta e un impegno concreto di tutti coloro che hanno una responsabilità per la riduzione dell’offerta: Stato e aziende del comparto”.
L’appello di Trincia: agire su domanda e offerta e la missione della Chiesa
Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma e presidente della Fondazione antiusura Salus Populi Romani, ha lanciato un “appello urgente per un cambio di rotta decisivo”. Ha sottolineato l’importanza di agire non solo sull’offerta, ma anche sulla domanda: “E’ cruciale capire perché si scommette e combattere la percezione sbagliata che l’azzardo non sia una dipendenza grave”. Trincia ha sottolineato l’impegno della Chiesa a “portare il Vangelo tra gli schiavi delle scommesse”, attraverso omelie e programmi pastorali di informazione e sensibilizzazione, per “accompagnare le vittime verso la rinascita”. Ha chiesto “coraggio, creatività e nuove regole chiare” per contrastare l'”azzardismo compassionevole” e difendere la dignità umana.
La sintesi di don Zappolini: l’emergenza online e la chiamata all’azione sul territorio
Don Armando Zappolini, portavoce della Campagna Mettiamoci in gioco, ha evidenziato l’enorme crescita del gioco online, che ha segnato un incremento di circa 10 miliardi di euro nella raccolta nel 2024 rispetto all’anno precedente, un fenomeno contro il quale “non abbiamo armi”, nonostante il lavoro della polizia postale. Ha denunciato la “mancanza di interlocuzione” da parte dell’attuale governo, che ha vanificato i progressi segnati in questi anni, favorendo l’aggiramento del divieto di pubblicità del gioco d’azzardo e stabilendo l’eliminazione dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave presso il ministero della Salute. Don Zappolini ha ribadito la necessità di coinvolgere i territori, la gente, le comunità, le associazioni in un impegno capillare contro i rischi del gioco d’azzardo, sottolineando che il fenomeno è “molto collegato alla povertà”. L’obiettivo non è solo fornire assistenza materiale, ma “assicurare alle persone di vivere con dignità”.
Il convegno ha visto la partecipazione di figure di rilievo come Giulia Sarti, delegata alla legalità democratica e lotta alle mafie per il Comune di Bologna e città metropolitana, Caterina Pozzi, presidente del CNCA, Massimo Masetti, referente di Avviso Pubblico sul tema dell’azzardo, Emiliano Manfredonia, presidente delle ACLI, e Daniela Barbaresi, segretario nazionale confederale della CGIL, uniti nell’urgente richiesta di un impegno concreto e un cambio di rotta da parte dello Stato per proteggere la salute pubblica e i cittadini più vulnerabili.
Info
Michela Di Trani
cell. 339 7002806 – email ditranimichela@gmail.com
Mariano Bottaccio
cell. 329 2928070 – email: ufficiostampa@mettiamociingioco.org