Forti dubbi sulle affermazioni del sottosegretario Freni in audizione alla Commissione di inchiesta parlamentare sul gioco d’azzardo

METTIAMOCI IN GIOCO CHIEDE CHE LA COMMISSIONE AUDISCA TUTTI I SOGGETTI DIRETTAMENTE COINVOLTI DALLE RIPERCUSSIONI NEGATIVE DELL’ABUSO DI GIOCO D’AZZARDO

Lo scorso 4 novembre, con l’audizione del sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze con delega al gioco d’azzardo, Federico Freni, sono iniziati i lavori della Commissione di inchiesta parlamentare sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico.

Poiché la Commissione ha tra i suoi obiettivi quello di “individuare gli strumenti legislativi più adatti a razionalizzare e implementare la disciplina vigente”, Mettiamoci in gioco – campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo esprime i propri forti dubbi in merito ad alcune affermazioni pronunciate in tale occasione dal sottosegretario Freni.

  • Come è possibile affrontare il problema del disturbo da gioco d’azzardo, garantendo comunque allo Stato un flusso di entrate analogo a quello odierno?

L’esperienza maturata in questi anni ci spinge ad affermare che questi due obiettivi sono inconciliabili. La legge di riordino del settore, secondo il nostro punto di vista, non può esimersi dal ridurre sensibilmente l’offerta di gioco d’azzardo attualmente disponibile. Il gioco patologico, sommerso e strisciante, ha ricevuto un poderoso input proprio dall’enorme offerta di azzardo riversata sui territori negli ultimi venti anni. Tale offerta è stata in grado di garantire l’attuale gettito erariale su cui fa affidamento lo Stato il quale, tuttavia, non può esimersi dal porre al primo posto la tutela della salute pubblica. Senza dimenticare che una parte non irrilevante dei proventi che lo Stato ricava dalle tasse su questo comparto viene impiegata per aiutare le persone affette da disturbo da gioco d’azzardo.

  • L’incidenza del gioco illegale in Italia sarebbe “la più bassa a livello europeo”: chi e come lo documenta?

È un’affermazione che andrebbe sostenuta citando dati riscontrabili e attendibili, se esistenti, essendo il tema del gioco illegale, nonché quello delle infiltrazioni mafiose nel settore legale – di cui nell’audizione non si fa cenno – un problema centrale della questione azzardo in Italia. Giova infatti ricordare che il settore del gioco illegale è il secondo business più redditizio per le mafie nostrane e vale oltre venti miliardi di euro annui, secondo quanto affermato in più di un’occasione dal procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho.

  • Se si riuscissero ad eliminare completamente i canali illegali si assisterebbe ad una “riduzione dei disturbi da gioco pari all’80%”: chi e come lo documenta?

Nel corso dell’audizione sono stati citati alcuni dati senza specificare quale sia la loro fonte. Se è vero che alcuni giocatori patologici possono essere attratti dal gioco illegale per svariati motivi (la clandestinità, l’offerta di quote più alte, ecc.), non bisogna dimenticare che la dipendenza – proprio per l’estesa e capillare offerta di gioco legale oggi presente in Italia – colpisce diverse fasce della popolazione (per sesso, età, estrazione sociale) e per motivi diversi (crisi personali, perdite familiari, varie fragilità). Associare il problema della dipendenza al solo mercato illegale è una chiave di lettura anacronistica e scientificamente destituita di ogni fondamento. La realtà è molto più complessa.

  • Condivisibile la necessità di riordinare il settore del gioco d’azzardo

Appare condivisibile quanto afferma il sottosegretario Ferri sulla necessità di riordinare il settore del gioco d’azzardo, rendendo regolamenti ed ordinanze locali più omogenee sul territorio nazionale, nonché la volontà di coinvolgere Regioni ed Enti locali nelle sedi opportune, al fine di collaborare nella stesura della legge di riordino.

Auspichiamo che la Commissione di inchiesta parlamentare sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, a cui auguriamo buon lavoro, audisca tutti quei soggetti direttamente coinvolti dalle ripercussioni negative dell’abuso di gioco d’azzardo. Non solo dunque esponenti del governo ed operatori del settore, ma anche Regioni, Enti locali, associazioni, sindacati e chi da anni è in prima linea sul fronte del contrasto alle storture dell’attuale sistema.

In assenza di una legge di riordino, gli attuali problemi resteranno irrisolti. Ma sarebbe ancora più grave emanare una normativa il cui iter è viziato da informazioni parziali o inesatte.

Aderiscono alla campagna Mettiamoci in gioco: Acli, Ada, Adusbef, Ali per Giocare, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Confsal, Ctg, Federazione Scs-Cnos/Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Missionari Comboniani, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Uil, Uil Pensionati, Uisp.


Info:

Mariano Bottaccio │cell. 329 2928070 – email: ufficiostampa@mettiamociingioco.org)

Giulia Migneco │cell. 335 7305980 – email: stampa@avvisopubblico.it)

www.mettiamociingioco.org

Su questo sito utilizziamo strumenti privati o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente utilizzati per consentire il corretto funzionamento del sito (cookie tecnici), per generare report sull'utilizzo della navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un'esperienza migliore.

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy