Grande partecipazione, in presenza e online, agli Stati generali sul gioco d’azzardo organizzati presso la Camera del Lavoro di Milano mercoledì 14 settembre 2022 dal Coordinamento lombardo della Campagna Mettiamoci in gioco.
Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di riflettere sui modi in cui il gioco d’azzardo si modifica per attrarre più persone ed evitare limitazioni, sulle sue conseguenze sugli individui, le famiglie, le comunità e i territori, nonché sulle prospettive dell’impegno di Mettiamoci in gioco a fianco delle persone, degli Enti locali e delle organizzazioni che contrastano il gioco patologico.
Oltre un centinaio i partecipanti: sindaci e assessori, assistenti sociali, operatori dei servizi sociali e del privato sociale, delegati sindacali, esponenti dei Piani di zona, associazioni e cooperative che collaborano con gli Enti locali per contrastare il gioco patologico, esponenti della politica regionale e nazionale.
“Metamorfosi del gioco d’azzardo” era intitolato il convegno, proprio perché ci si è resi conto di quanto il gioco si sia modificato in questi ultimi anni, anche in relazione alla pandemia che ha chiuso in casa le persone e le ha spinte all’uso massiccio dei mezzi di comunicazione digitale per seguire la scuola, il lavoro, non restare isolati: per molti tali mezzi hanno acuito la solitudine attraverso il gioco online, che è letteralmente esploso tra il 2020 e il 2021.
Nel 2019, infatti, online si giocavano sui 36,4 miliardi rispetto ai 74 miliardi del giocato fisico; nel 2020 l’online con oltre 49 miliardi ha superato il gioco fisico di oltre 10 miliardi, e nel 2021 l’online ha raggiunto i 67,5 miliardi rispetto ai 40 del gioco fisico. Risultati ottenuti soprattutto grazie alle tecnologie innovative e alle offerte del gioco online che ne facilitano l’accesso non solo ai giovani, ma anche alle donne e agli anziani, oltre agli adulti.
Più gioco online, dunque, quindi maggiore solitudine e isolamento, maggiore spesa e indebitamento, e anche maggiore presenza di riciclaggio e presenze mafiose (sono le evidenze della Commissione parlamentare Antimafia).
Altra metamorfosi: dal 2020 per i Comuni, le associazioni e i cittadini non sono più disponibili i dati sul gioco d’azzardo di cui è depositaria l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Fatto non di poco conto, perché i dati aiutano gli amministratori locali a comprendere le conseguenze del gioco nelle proprie comunità.
Sono i dati locali, inoltre, che sostengono i regolamenti comunali di fronte ai ricorsi al TAR.
Un dato, fra tutti, non si è modificato nel tempo: le molte persone che restano intrappolate nell’azzardo diventandone dipendenti (1 milione e 300 mila ci dice l’Ansa del luglio 2019). Pochissime quelle in carico ai servizi territoriali: solo 12.000
Molti i relatori, tutti di grande competenza e autorevolezza, i quali hanno trattato i vari temi sia facendo il punto sulla situazione attuale, sia individuando alcune piste di lavoro per i temi del convegno: come ostacolare il gioco eccessivo e patologico, i servizi per le cure in Lombardia, le mafie e il gioco d’azzardo, il gioco online, il ruolo degli Enti locali, come la politica agisce nei confronti del gioco d’azzardo.
Molto interessanti le analisi sui servizi in Regione Lombardia, che hanno mostrato i continui interventi messi in atto per rispondere ai bisogni delle persone con dipendenze, in particolare per i dipendenti dal gioco d’azzardo.
La presenza delle mafie nel gioco d’azzardo è ormai testimoniata da numerosissime indagini che vedono agire insieme azzardo, riciclaggio, droghe.
Il gioco online, con i conti gioco aperti in grande numero da giovani, è il maggior problema attuale, con un grande frazionamento delle società e una crescita vertiginosa dovuta anche a una tecnologia innovativa e facilitatrice.
Il ruolo degli Enti locali è stato evidenziato con la descrizione del metodo seguito dal Comune di Bergamo per l’approvazione di un regolamento che potesse ridurre il gioco e resistere ai ricorsi, come in realtà è avvenuto, seguendo un approccio sociale, scientifico e non ideologico. Conoscere la propria comunità, mediante indagini quantitative sui numeri del gioco e qualitative per conoscere le conseguenze del gioco nelle persone e nelle famiglie.
Un intervento registrato inviato dall’assessore Letizia Moratti ha ricordato l’impegno e i finanziamenti della Regione Lombardia per il contrasto al gioco patologico.
Il consigliere regionale Samuele Astuti ha sottolineato la necessità della prevenzione, che non può essere affidata ai centri di ascolto negli ospedali, ma deve essere nel territorio vicino alle persone, e la presa in carico che deve riguardare anche la famiglia e il contesto sociale in cui si vive.
Il senatore Franco Mirabelli ha voluto sottolineare l’impegno suo e della sua parte politica in questo campo: ha ricordato la Conferenza Unificata Stato Regioni del 2017 che stabiliva la diminuzione dell’offerta di gioco, l’innalzamento della tassazione, il divieto della pubblicità, il dimezzamento dei punti di vendita del gioco pubblico, la salvaguardia degli interventi adottati da Regioni e Comuni, la possibilità per questi di interrompere il gioco per sei ore al giorno. E oggi il tema di maggior urgenza è una legge di riordino del gioco che ponga la salute al centro, riduca ulteriormente l’offerta e i tempi di funzionamento delle slot, preveda la tessera sanitaria per accedere al gioco, contrasti la presenza delle mafie anche con la verifica e la tracciabilità dei capitali delle società che gestiscono l’azzardo, il controllo delle concessionarie sulle società alle quali affidano la gestione del gioco e l’ampliamento delle agenzie di contrasto e tracciabilità. Necessario inoltre porre la questione dell’online, verificato che le stesse società che rispettano le regole pongono più vincoli a chi gioca.
Gli Stati Generali si sono conclusi riprendendo l’intervento iniziale di don Armando Zappolini, della Campagna nazionale, il quale con passione e generosità, visti i danni incalcolabili del gioco sulle persone, ha sollecitato strategie delle Regioni, dei Comuni e delle ATS per difendere il diritto dei cittadini alla salute.
Ha rivolto poi un appello alla politica per una legge quadro che metta al centro la salute e rispetti l’autonomia di Regioni e Comuni per leggi e regolamenti; ha chiesto con forza che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli fornisca gratuitamente i dati, che non sono di sua proprietà ma riguardano tutti i cittadini e gli enti pubblici. Don Zappolini ritiene che il tema delle dipendenze debba essere ridefinito nel sistema sanitario, e che il benessere delle persone non è in contrasto con l’occupazione di chi lavora nel gioco.
Il Comitato lombardo della Campagna ha inoltre proposto di organizzare gruppi di lavoro con la partecipazione di chi è intervenuto agli Stati generali sui temi rilevanti emersi: le cure, il territorio, l’online.
Ha invitato ad attivare nei territori patti locali di cooperazione tra Enti locali, sindacati, scuole, organizzazioni sportive, mondo associativo, parrocchie, oratori mediante la sottoscrizione di una Carta che impegni a:
– promuovere la conoscenza e sensibilizzare le comunità per aumentare la consapevolezza dei rischi del gioco d’azzardo
-tutelare le fasce più deboli della popolazione
-sostenere i gestori dei locali privi di slot
-approvare regolamenti comunali
-organizzare attività di gioco vero, reale, fisico, perché il gioco è un diritto dei bambini e delle bambine, un’attività sana per gli adulti, è sapere, saper fare e saper essere, è libertà, occasione per costruire spirito di gruppo, favorire l’autostima e la padronanza di sé, è partecipazione, incontro di culture, generazioni e generi, è creatività, curiosità, scoperta, fiducia in sé stessi e negli altri.
Perché è questo il gioco che fa stare bene persone e comunità.
Angela Fioroni e Ivan Lembo, Campagna Mettiamoci in gioco Lombardia