Nessuna alleanza con i concessionari di Confindustria.
Un solo obiettivo: la legge quadro sul gioco d’azzardo

LA CAMPAGNA METTIAMOCI IN GIOCO FA ALCUNE PRECISAZIONI IN MERITO ALLA STIPULA DEL PROTOCOLLO CON SISTEMA GIOCO ITALIA

Nessuna alleanza con i concessionari di Confindustria.
Un solo obiettivo: la legge quadro sul gioco d’azzardo

 

COMUNICATO STAMPA

Roma, 18 Ottobre

A seguito di alcune reazioni successive alla diffusione del protocollo d’intesa sottoscritto dalla campagna Mettiamoci in gioco e da Sistema Gioco Italia, che riunisce i concessionari del gioco d’azzardo di Confindustria, la campagna precisa quanto segue:

  1. Il protocollo non sigla alcuna “alleanza” della campagna con i concessionari. L’opportunità di aprire un confronto con le imprese di Confindustria nasce esclusivamente dalla volontà di arrivare in tempi brevi a una legge quadro sul gioco d’azzardo, l’obiettivo principale che si è dato la campagna fin dalla sua costituzione. In tale contesto, un’interlocuzione con i concessionari – che rimangono una “controparte” – è finalizzato a verificare l’esistenza o meno di alcuni punti strategici su cui trovare un accordo, da sottoporre alla politica, in modo da rendere più agevole i passaggi in Parlamento. La campagna ritiene assai significativo che i concessionari, totalmente disinteressati a noi in passato, abbiano deciso di aprire un tavolo di confronto – cioè una sede trasparente di interlocuzione – riconoscendo così la necessità di dover “trattare”, vista la forza del movimento impegnato contro i rischi del gioco d’azzardo, di cui la campagna è solo uno dei soggetti, per quanto quello più rappresentativo.
  2. l’opportunità di inserire nel protocollo una “clausola di riservatezza”, perciò, non è nata per nascondere alcunché, ma per tutelare le due parti nella comunicazione rivolta all’opinione pubblica, garantendo entrambi dal rischio di strumentalizzazioni reciproche.
  3. La necessità di individuare, in un documento condiviso con Confindustria, un termine diverso da “gioco d’azzardo” per indicare il fenomeno nasce esclusivamente da motivazioni giuridiche. Nel nostro ordinamento attuale, il “gioco d’azzardo” resta illegale. Per questo i promotori della campagna hanno concordato una espressione condivisa per riferirsi al gioco legale che fosse compatibile con l’ordinamento vigente. Tuttavia, dal punto di vista sociale, economico e culturale, la campagna continuerà anche in futuro a etichettare il fenomeno come “gioco d’azzardo”, perché – a nostro avviso – di questo si tratta. Anche su questo punto, dunque, la posizione della campagna non è cambiata: non è problematico solo il gioco “illegale” (la posizione tradizionale dei concessionari), ma anche quello “legale”.
  4. Le critiche non hanno esplicitato fino in fondo la vera differenza che esiste tra la campagna Mettiamoci in gioco e alcune altre esperienze del movimento di contrasto al gioco d’azzardo: la campagna si propone di regolamentare il gioco d’azzardo e non di abrogarlo. E questo per un duplice ordine di motivi: etico, perché non intende assumere posizioni “proibizioniste”; politiche, perché è irrealistico, almeno oggi, proporsi di eliminare il gioco d’azzardo nel nostro paese. L’opportunità di un confronto con i concessionari deriva da questo approccio e si configura come un normale dialogo sociale tra soggetti con visioni e interessi diversi. Ovviamente, è più che legittimo avere un approccio diverso. Tuttavia, è scorretto e inaccettabile attaccare singole persone e fare insinuazioni al limite della querela, pratiche che pensavamo lontane dai nostri mondi.

In conclusione, i promotori della campagna Mettiamoci in gioco invitano gli altri soggetti impegnati nella lotta alla diffusione del gioco d’azzardo a non aprire – rimarcando differenze che pure esistono tra noi – un conflitto interno che non gioverebbe a nessuno, e soprattutto alla necessità di avere una seria regolamentazione del gioco d’azzardo nel nostro paese.

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